venerdì 29 giugno 2012

Siamo o sono?

Per più di un occasione sono rimasta a riflettere sui modi di dire, o meglio, di condividere le reali situazioni a seconda che queste siano pro o contro.
Fino a qualche giorno fa le bandiere dell'Italia le potevo contare sulle punte delle dita di una mano (questo è successo nella mia città), poi pian piano sono cicciate! Dopo la vittoria di ieri e in previsione della partita di domenica oh! ma quante ne spunteranno! Nella mia città funziona così.
Dalle esternazioni dei concittadini noto una sorta di coda di paglia, spesso mi piace leggere i commenti su un quotidiano locale online, alcuni li apprezzo ma altri nascondono nel commento tanta falsità.
E' quel "tu non mi freghi" che mette paura.
Per quanto la mia infanzia non sia stata il massimo della felicità per via del male di mamma non riesco a capire la disonestà delle persone, l'astio nel porsi verso il prossimo solo perché si è incapaci di vivere.
Nei miei ricordi torna spesso la generosità di mio padre, in quel periodo c'era il campo profughi e non vi era domenica che non avessimo ospiti (tutte belle persone fuggite dal loro paese per motivi politici) Persone non di strada, né delinquenti... una volta era diverso! C'era la cantante lirica che cercava fortuna negli USA, così come la dottoressa che volava per la Svezia e tanti, tanti dei quali solo adesso posso capire il perché.
I pranzi che preparava babbo erano sempre fatti con cura, addirittura la zuppa inglese, unica!
Poiché all'epoca ero bimba, e da bambini lasciare casa o nazione è come cambiare famiglia, non capivo.
Quest'esperienza invece mi ha creato un apertura verso il prossimo che raramente verrà corrisposta perché  al giorno d'oggi noto che tutti si parano il di dietro. Sarà Questo il grande MALE?
.... non finisce qui :-)


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